“QUI ORA ABITO IO”

Un uomo, celibe, di 86 anni e senza figli, lascia la propria casa. E’ il 14 ottobre e sta andando in ospedale per fare alcuni accertamenti clinici. Al ritorno, scopre però che la serratura è stata cambiata. Dentro c’è una donna con la figlia e un cane. I suoi vestiti pendono buttati dal terrazzo. È inutile chiedere aiuto alla polizia che spiega alla povera vittima che non c’è stato furto, quindi è impossibile per loro effettuare uno sgombero forzato. Il giudice deve intervenire, chiarire il caso, e dare disposizioni.

L’occupazione illegale, infatti, prevede solo la denuncia in stato di libertà. Il vecchio, insomma, si ritrova ad essere cacciato di casa da una signora che ora può tranquillamente utilizzare i suoi mobili, i suoi elettrodomestici, e persino ammirare i suoi quadri alle pareti. Per fortuna l’86enne ha ricevuto la calorosa ospitalità del fratello, in attesa che le autorità giudiziarie intervengano sulla base della denuncia dell’uomo.

L’INIZIO DI TUTTO

Tutto è iniziato la sera del 13 ottobre, quando l’amministratore del condominio aveva avvertito l’anziano: “alcuni inquilini hanno sentito strani rumori provenire dal tuo appartamento”. L’uomo ha pensato di essere stato visitato dai ladri e non ha allertato la polizia supponendo che avessero rubato e se ne fossero andati. Avrebbe valutato la situazione il giorno seguente. “L’indomani, il 14 ottobre verso le 11.30, mi recavo a casa per verificare. Ho provato a inserire le chiavi nella toppa della serratura e ho constatato che non erano più funzionanti. Notato l’evidente danneggiamento della porta ho dedotto che era stata sostituita la serratura. Avendo paura di trovare ancora qualcuno all’interno, mi sono recato in un ufficio di polizia per chiedere un immediato intervento, ma mi veniva consigliato di tornare a casa, cioè fuori casa, chiamare il numero di emergenza e aspettare l’arrivo, effettivamente immediato, di una pattuglia”  ha scritto la vittima nella denuncia. E ha poi aggiunto: “Gli operatori, però, dopo aver constato l’impossibilità di entrare nella mia abitazione con le mie chiavi hanno suonato. A quel punto compariva una donna, a me sconosciuta, che accettava di fare entrare i Carabinieri”.

TUTTI I SUOI EFFETTI PERSONALI SONO IN CASA

Quello che è poi accaduto subito dopo sembra una amara barzelletta. Infatti, come ha raccontato il povero sfrattato: “I militari, con mio immenso stupore, forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti, mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione, nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro casa senza che io potessi fare nulla”. Tra l’altro, come l’anziano ha spiegato, all’interno dell’abitazione ci sono anche tutti i documenti sanitari, che per lui sono indispensabili, oltre alle medicine salvavita e a tanti beni di valore e affettivi. Senza contare la decina di quadri d’autore, i libri rari, una collezione di monete, un’altra di accendini d’oro, e poi orologi, vestiti e scarpe di marca.

Il legale che assiste il pensionato, l’avvocato Alessandro Olivieri, si augura di riuscire a sbloccare la situazione in tempi brevi, o almeno di riuscire a far rientrare il suo assistito in casa. “L’impossibilità di poter procedere in flagranza ha di fatto privato il mio assistito non solo della possibilità di tornare a casa, ma anche di quella di riavere cose indispensabili. Ci auguriamo che l’intervento dell’autorità giudiziaria trovi una soluzione, in tempi brevissimi” ha spiegato l’avvocato.

Il legale aveva chiesto nell’immediatezza l’applicazione del sequestro preventivo come misura cautelare, per ottenere uno sgombero immediato e mettere in sicurezza l’immobile. 

“Il peggio è passato, non m’interessa più. Ho passato questi giorni a passeggiare, me l’ha detto l’ortopedico che devo camminare. Una cosa che voglio fare subito, è pagare il fabbro che l’altro giorno ha messo la serratura nuova dopo lo sgombero. C’erano così tante telecamere che non ho capito più niente. E poi appena arriverà il dissequestro voglio festeggiare con l’avvocato Olivieri. Gli devo una pizza: ma la mangeremo a casa, non si sa mai”

De Vincenzo Martina 2°A

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *