LE DONNE IN AMERICA

   LE DONNE IN AMERICA 

La donna è stata sottoposta nel corso dei secoli a una forte discriminazione, dovuta a ruoli rigidi che la società ha sempre assegnato sia all’universo maschile che a quello femminile.

In moltissime organizzazioni sociali, la donna è sempre stata subordinata all’uomo, che ha avuto, e ancora ha, una posizione privilegiata.

Oggi si parla di parità di genere, molti diritti sono stati acquisiti ma non in tutti i paesi.

In America, anche a seconda degli stati, esistono profonde disuguaglianze di genere rispetto al lavoro, alla possibilità di istruirsi e di esprimere liberamente la propria personalità.

Le disuguaglianze sono radicate nelle società tradizionali e conservatrici, mentre nelle società moderne si sono assottigliate, anche se la condizione della donna non è ancora quella di una piena parità con l’uomo, e ancora molto si deve fare per far valere i diritti delle donne.

Le donne dei paesi in via di sviluppo dell’America latina vivono una pesante condizione di inferiorità. Destinate al ruolo di mogli e madri, non hanno accesso all’istruzione, se sono sposate non lavorano, se costrette a lavorare occupano mansioni umili e sottopagate. Il valore economico di una donna è inferiore a quello di un uomo. Avere una figlia è considerato spesso una disgrazia perché rappresenta un costo e non una possibilità di futura ricchezza. Tenute nell’ignoranza, non sapendo nulla di igiene e prevenzione delle malattie, soffrono anche di problemi sanitari soprattutto in caso di gravidanza e maternità.

Spesso nel mondo del lavoro la retribuzione di una donna è inferiore a quella di un uomo, i ruoli dirigenziali sono solitamente occupati da uomini, mentre sono molto frequenti i casi di molestie sessuali subite dalle donne lavoratrici.

Inoltre, molte giovani madri sono costrette ad abbandonare il lavoro per la mancanza di strutture pubbliche a basso costo (asilo nido) che accudiscano i loro figli durante le ore lavorative.

Ancora molto forte è il problema della violenza domestica e di genere che ha condotto l’introduzione negli ordinamenti norme finalizzate a contrastare la violenza sulle donne.

Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le scarpe rosse ne sono il simbolo da quando Elina Chauvet, architetto e artista messicana, le utilizzò per la prima volta nel 2012 in una mostra pubblica realizzata allo scopo di ricordare le donne uccise, vittime di violenza. Il colore rosso è stato scelto in quanto simbolo dell’amore e della passione che si trasforma in male, violenza, sangue.

Le lotte per l’emancipazione femminile ebbero inizio nella seconda metà dell’Ottocento in Inghilterra e negli Stati Uniti.

Fu in quel periodo che si formarono i primi gruppi di suffragette.

In Inghilterra nel 1903, Emmeline Pankhurst fondò l’Unione sociale e politica femminile (Women’s Social and PoliticalUnion).

Emmeline riuscì a ottenere per la donna il diritto al voto. Nel 1918, il Parlamento britannico accordò il diritto di voto alle donne benestanti con più di 30 anni. Nel 1928 tutte le donne inglesi ottennero il diritto di voto.

Negli ultimi anni abbiamo assistito al grande successo del calcio femminile, superando lo stereotipo che il calcio fosse uno sport per soli uomini.

Con il Mondiale del 2019 organizzato dalla Fifa il calcio femminile è stato seguito da più di un miliardo di spettatori.

Un Mondiale che ha contribuito ad abbattere barriere e che ha creato curiosità e interesse attorno al movimento del calcio femminile.

“A tutte le bambine che stanno guardando questo articolo, non dubitate mai di essere preziose e potenti e di meritare ogni possibilità e opportunità nel mondo per perseguire e realizzare i vostri sogni.”

De Vincenzo, Ragusa, Celeste 2A

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