Il dolore straziante dopo la tragedia

Il piccolo Alfredino Rampi morì nel 1981 a Vermicino dopo giorni di agonia a seguito della sua caduta accidentale in un pozzo artesiano. Il 13 gennaio del 2019 Julen Rosellò, di due anni, cadde e morì in un pozzo profondo oltre 70 metri e non segnalato all’interno di un terreno a Totalàn (Malaga). Purtroppo la tragedia si ripete anche in Marocco dove martedì pomeriggio del 2 febbraio, Rayan Awram, un bambino di soli 5 anni sparisce inghiottito nel vuoto di un pozzo. Il piccolo stava giocando nei campi mentre il padre, contadino, lavorava vicino a casa, a Tamrout, un borgo nel nord del Marocco. Il territorio nei pressi del villaggio di circa 500 anime è costellato di pozzi profondi, molti dei quali utilizzati per l’irrigazione. La maggior parte dei pozzi è munito di coperture di sicurezza e le circostanze esatte di come il bambino sia caduto, non sono del tutto chiare. Ryan ha fatto un volo di 32 metri tra pareti strette che hanno frenato lo schianto. Il pozzo, con un diametro di soli 45 centimetri (18 pollici), è troppo stretto per poter raggiungere direttamente il bambino e allargarlo è stato ritenuto troppo pericoloso a causa della natura friabile del terreno. Ogni dettaglio della complessa e pericolosa missione ha raccolto titoli internazionali e sul posto sono intervenuti decine di elementi della protezione civile, ingegneri e specialisti con un unico obiettivo: salvare Rayn! Il giorno seguente è stata calata una telecamera nel fondo della voragine che lo ha filmato sveglio e cosciente, con qualche ferita alla testa. I vigili sono riusciti a fornirgli ossigeno e acqua per tutta la durata delle operazioni di salvataggio. Le squadre di soccorso, utilizzando bulldozer e caricatori frontali, hanno scavato la terra rossa circostante fino al livello in cui era intrappolato. Hanno lavorato 24 ore su 24 ma il processo di scavo è stato rallentato dal terreno sabbioso e roccioso che ha impedito manovre decise e rapide. Intanto, centinaia di persone, provenienti da città e regioni diverse del Marocco si radunavano attorno al pozzo dimostrando solidarietà alla povera famiglia sotto shock e incoraggiando i soccorritori oramai esausti. La notizia ha fatto il giro del mondo e sui social media, grandi e piccoli speranzosi hanno dimostrato il loro appoggio con hashtag “Save Rayan”. Nella fase finale, con i soccorritori a soli tre metri da Ryan, le autorità hanno deciso di scavare manualmente per evitare frane che avrebbero potuto seppellire il bambino. Nell’ultima sezione sono stati introdotti grandi tubi rotondi di cemento per creare un tunnel orizzontale più sicuro per il passaggio di medici pronti a soccorrerlo una volta tirato fuori. Fatica, stanchezza, nervosismo e una grande attesa, così sono state descritte le ultime ore del salvataggio. Il sabato 5 febbraio alle 21:33 Rayan è stato riportato in superficie dopo 100 ore trascorse nel pozzo. È stato trasportato in elicottero all’ospedale militare di Rabat, accompagnato dai genitori. Ma la gioia dopo il recupero del piccolo, si è trasformata in crepacuore dopo la dichiarazione nazionale su Al Jazeera della sua morte a causa del forte trauma cranico subito per la caduta. Fino all’ultimo momento è stata mantenuta la speranza di riportare in vita il bambino e di consegnarlo alla sua famiglia, che da cinque giorni sopportava un dolore lancinante. Purtroppo l’operazione ha avuto un triste esito nonostante l’arduo sforzo. Nella casa del ragazzino gli uomini si sono abbracciati piangendo e quattro bambini in silenzio si sono seduti sullo stesso terrapieno dove una settimana fa avevano giocato a calcio con lui. Lunedì è stato trasportato al cimitero di Douar Zaouia vicino al suo villaggio, dove centinaia di persone in lutto hanno partecipato al suo funerale. Anche questa tragedia ci ricorda la continua evenienza di bambini che perdono la vita in circostanze gravissime e che devono essere combattute: per la guerra, per la povertà e anche per la mancanza di sicurezza.

Marocco, bimbo di 5 anni caduto in un pozzo: Ryan come Alfredino - la  Repubblica Ryan come Alfredino, si continua a scavare: il piccolo è a pochi metri e  potrà uscire

 

Articolo a cura di Farih Chaima

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