Il misterioso Triangolo delle Bermuda

IL TRIANGOLO DELLE BERMUDA

Triangolo delle Bermuda: risolto il famigerato mistero

Il triangolo delle Bermuda è una zona dell’Oceano Atlantico settentrionale dalla forma immaginaria di un triangolo.Triangolo delle Bermude, nuova ipotesi per l'enigma: 'bombe d'aria' causate da nubi - la Repubblica

In questa vasta zona di mare, la cultura di massa ha fatto sì che nascesse la convinzione che si fossero verificati, dal 1800 in poi, numerosi episodi misteriosi di sparizioni di navi e aeromobili, motivo per cui alcuni autori hanno soprannominato la zona Triangolo maledetto o “Triangolo del Diavolo”, secondo il quale avrebbero trovato misteriosi fenomeni accostati al paranormale e agli UFO.
-Secondo la maggioranza degli studiosi, il numero di incidenti nel Triangolo non è affatto superiore a quello di una qualsiasi altra regione ad alta densità di traffico aeronavale.
-Una minoranza di studiosi, invece, ritiene che la percentuale degli incidenti sia fortemente più alta della media.

Ad esempio, secondo i ricercatori dell’Università di Southampton, la causa della ripetuta “scomparsa” sarebbe attribuita ad onde anomale di circa 30 metri, create dalla convergenza di tre correnti.

Cosa dicono gli scienziati?

Gli scienziati hanno usato alcuni simulatori indoor per ricreare tali onde.

Sono state osservate per la prima volta da alcuni satelliti nel 1997, al largo delle coste del Sud Africa.  In quell’area, ha raccontato un ricercatore impegnato nell’esperimento: «ci sono tempeste che si uniscono da Sud e da Nord»; tempo perfetto per creare le condizioni per un’onda anomala, capace di spezzare in due anche una nave delle dimensioni e della stazza della Uss Cyclops. «E se (di queste tempeste) ce ne sono altre in arrivo dalla Florida – ha detto l’esperto – ciò può essere una combinazione perfetta per la nascita di queste onde». Con un muro d’acqua di tale portata, in arrivo da ogni direzione, ha concluso, «un’imbarcazione può essere spezzata facilmente in due, se succede, può affondare in due o tre minuti».


Alcuni miti e ipotesi raccontano di 300 navi e 75 aerei dispersi e mai ritrovati, senza una vera e propria spiegazione su cosa abbia potuto provocarli.

In molti credono anche nella presenza di mostri marini- alieni- venti insolitamente forti

Le storie e i misteri

Una delle più celebri fu quella della nave mercantile americana chiamata Mary Celeste. Il vascello partì il giorno 7 novembre 1872 con a bordo il capitano Benjamin Briggs, sua moglie, la loro bambina e un equipaggio di 7 marinai. Erano diretti da New York a Genova, e trasportavano un prezioso carico di 1.700 barili di alcool denaturato.

Meno di un mese dopo l’inizio del loro viaggio e appena pochi giorni dopo l’ultima notizia segnata sul giornale di bordo, il 25 novembre una nave britannica, chiamata Dei Grazia, si imbatte nella Mary Celeste alla deriva con le vele solo parzialmente spiegate: tutto sembra normale e la nave  intatta, ad eccezione del fatto che a bordo non c’è nessuno e manca la scialuppa di salvataggio. L’unica cosa fuori posto a bordo è una spada, abbandonata sul ponte, cosa che farebbe pensare ad un attacco di pirati.

Scartate ipotesi come un terremoto, un sottomarino, o  l’attacco di una piovra gigante, un disastro naturale, che appaiono idee  infondate, in quanto lo scafo non riporta alcun danno, il fatto era avvenuto in un giorno di sole, la nave era in perfette condizioni, quale motivo, dunque, poteva avere avuto l’equipaggio per abbandonarla? Qualunque sia il motivo della scomparsa, i naviganti non vennero mai più ritrovati.


Questa altra storia comincia su un aereo: a bordo con il pilota Brooks, ci sono altri due passeggeri suo padre e il suo socio in affari.

L’aereo è partito dall’isola di Andros nelle Bahamas con destinazione la costa della Florida a nord-ovest. Brooks e il suo aereo quel giorno si inoltrano dritti nel mistero.

Il volo sarebbe dovuto durare un’ora e mezza a meno di imprevisti o fenomeni misteriosi. I tre uomini a bordo non erano certo in pensiero: per loro era un normale viaggio di lavoro, ma non sapevano che si sarebbero imbattuti nell’ignoto. All’inizio, il volo era partito con strani inconvenienti. Raggiunta quota 300 metri Brooks notò una piccola nube sulla loro rotta che si ingrandiva sempre di più, non perché l’aereo si stava avvicinando, ma era proprio l’aumento di dimensioni della nuvola. Brooks fu costretto a passarci in mezzo ma riuscì ad uscirne indenne. Un’altra nube misteriosa comparve poi agli occhi del pilota: anche questa è gigantesca e anche questa volta Brooks dovette superarla con l’aereo. Appena il pilota entrò nella nube, calò subito il buio come di notte.

Poco dopo iniziarono a vedersi lampi di luce bianca che apparivano e scomparivano come fulmini, ma il pilota sapeva che non si trattava di fulmini, erano troppo chiari e luminosi. La nube era grande chilometri e chilometri. Brooks notò una luce bianca alla fine della nube e capì che l’incubo stava per finire e che poteva uscire dalla nuvola nera, ma poco dopo, ecco verificarsi una serie di strani eventi: la nube continuava progressivamente a restringersi, gli strumenti di bordo sembrava stessero impazzendo, tutta la strumentazione elettronica era fuori uso e l’aereo sembrava intrappolato in un vortice. Brooks, una volta uscito dalla nube, cercò di contattare subito la torre di controllo per trovare con precisione la sua posizione. Nel momento in cui l’operatore controllò il radar, impallidì improvvisamente: l’aereo non risultava più,  ma quando poi capì che il veicolo si trovava già sopra lo spazio aereo di Miami, rimase sconvolto, dato che il volo sarebbe dovuto durare 90 minuti, invece dei soli 47 impiegati, come se il passaggio attraverso la nube avesse dimezzato la distanza percorsa. Alcuni ipotizzarono che Brooks fosse entrato in in un’energia oscura che potesse essere in grado di curvare lo spazio tempo come un buco nero creando dei tunnel temporali.


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A cura di Letizia Canu – Marta Gesmundo – Chiara Vaccaro

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