Un mare di plastica, un abuso sfrenato
(Emiliano Amadio)
Quanto è grave il problema della plastica?
Innanzitutto, qualche numero. L’inquinamento dei mari dovuto alla plastica è uno dei principali problemi ambientali del mondo. Sebbene sia difficile fare delle stime, si ritiene che nei nostri oceani ci siano circa 150 milioni di tonnellate di plastica.
Aggiungiamo a questa pila di plastica, ogni anno, otto milioni di tonnellate di rifiuti. Equivale ad un camion dei immondizia pieno gettato nell’oceano ogni minuto. Ogni giorno, per 365 giorni l’anno.
Se andiamo avanti al ritmo attuale, secondo un rapporto del Forum economico mondiale, negli oceani entro il 2050 ci saranno più rifiuti che pesce, in termini di peso.
Sia gli animali presenti nell’ecosistema marino sia gli uccelli ingeriscono quantità più o meno grandi di plastica, cosa che talvolta li porta alla morte.
Secondo la Ocean Conservancy, della plastica è stata trovata in oltre il 60% degli uccelli marini e nel 100% delle specie di tartarughe marine.
L’autopsia su un capodoglio trovato morto spiaggiato lungo le coste della spiaggia di Murcia (Spagna) ha rivelato che, nel suo stomaco, erano presenti 30 kg di plastica. Secondo gli esperti sarebbe deceduto perché non in grado di espellerla dal suo corpo.
Anche le tossine provenienti dalle sostanze chimiche utilizzate per lavorare le materie plastiche si disperdono nell’ambiente, avvelenando le acque sotterranee e la catena alimentare.
Perché dove proviene?
La plastica ha dimostrato di essere un materiale economico e versatile in diversi campi d’applicazione. Ma ha contribuito alla proliferazione di uno stile di vita “usa e getta” in cui circa il 50% della plastica usata viene utilizzata una sola volta e poi buttata via, secondo Plastic Oceans.
Staremmo producendo 300 milioni di tonnellate l’anno, dice la Ong (Organizzazione non governativa): il ritmo nell’ultimo decennio è stato più elevato rispetto al secolo precedente.
Come finisce nei nostri oceani?
Una parte di immondizia finisce nei mari attraverso gli scarichi di casa. I prodotti per l’igiene personale e i cosmetici contengono minuscole particelle di plastica, note come microplastiche. Queste rimangono nelle acque e alla fine si ritrovanonei nostri oceani.
Uno studio ha rilevato che 10 fiumi – lo Yangtze, l’Indo, il Fiume Giallo, il Fiume Hai, il Nilo, il Gange, il Fiume delle Perle, il Fiume Amur, il Niger e il Mekong – trasportano fino al 95% delle materie plastiche presenti nei nostri oceani.
Quali sono gli elementi peggiori?
I principali oggetti inquinanti trovati sulle spiagge sono bottiglie di plastica, cannucce e prodotti per l’igiene secondo Carsten Wachholz, funzionario per l’economia circolare a EEB.
Riciclare di più è la risposta?
Non proprio, secondo Wachholz riciclare non è meglio che sbarazzarsi semplicemente. Ci sono modi migliori per affrontare il problema.
Sarebbe meglio, ritiene, ridurre la quantità e i tipi di plastica che usiamo. “Non possiamo uscirne in primo luogo perché stiamo usando troppa plastica”, dice a euronews.
Dove sta il problema nel riciclaggio?
Wachholz afferma che riciclare, nella maggior parte dei casi, non consente di separa le diverse plastiche tra loro, il che rende il processo meno efficiente.
Ad esempio, se si ricicla una bottiglietta di plastica che conteneva dell’acqua, questa si unirà ad altre plastiche, rendendo altamente improbabile che, all’altro estremo del processo, torni ad essere lo stesso oggetto.
Ha aggiunto: “Dobbiamo semplificare la varietà di plastiche disponibili sul mercato, altrimenti il riciclo finirà sempre per produrre materiale plastico di bassa qualità che potrà essere usato per piccoli oggetti inutili e poco atro”.
Wachholz sostiene che una riduzione dei consumi renderebbe economicamente più conveniente cercare di trovare processi di raccolta e smistamento più efficaci, in grado di concentrarsi sulle singole materie plastiche, piuttosto che raggrupparle tutti insieme.
Significherebbe riciclare le bottiglie d’acqua come tali, cosa che avrebbe un impatto molto minore sulla quantità di plastica prodotta nel mondo.