Come ti racconto il Judo
Hakuna matata ragazzi e ben tornati in una grande avventura (storia)!
Oggi parleremo di una passione che ho da più o meno 11 anni, il JUDO.
Lo pratico da anni ormai, perché mi fa sentire bene e mi fa sfogare nei momenti in cui ne ho davvero bisogno.
Ma ora parliamo un po’ di questo sport anche se definirlo tale non è del tutto corretto, poiché viene fondato come arte marziale, essendo uno “sport” di combattimento e di contatto.
Come sappiamo di questi tempi, con il Covid, sono state emanate delle restrizioni, le quali andavano ad intaccare molto questi “sport” di combattimento per un solo motivo, venivano svolti nettamente a contatto con gli altri praticanti e questa cosa mi ha colpito in pieno perché, usando il judo come sfogo e come uno svago in cui dilettarmi per circa 2 ore al giorno, mi sono ritrovato a non poterlo più praticare.
Fino a fine Febbraio 2020 abbiamo fatto judo normalmente e addirittura sono riuscito a fare la mia ultima gara, essendo stato chiamato dalla squadra nazionale per prepararmi ai Campionati Italiani del 23 febbraio a Roma.
Questa era una gara molto importante, mi ero preparato tanto, sia fisicamente, praticando gli allenamenti con un un solo obiettivo, essere pronto per salire sul tatami e iniziare a combattere, ma soprattutto mi ero preparato mentalmente perché comunque per combattere bisogna avere sempre la testa sulle spalle ed essere centrati per evitare infortuni e per leggere e interpretare tutte le mosse che l’avversario intende fare per cercare di precederlo e contrattaccare.
Fortunatamente, quella giornata era iniziata bene, dopo 4 ore di viaggio, con il mio allenatore siamo arrivati a Roma e abbiamo affrontato il primo ostacolo, il peso cioè salire sulla bilancia per vedere se rientravo nella categoria nella quale dovevo combattere, i 66 kilogrammi.
Dopo essermi pesato, ho pranzato e successivamente mi sono cambiato e mentre il momento della gara si avvicinava sentivo che iniziava a salire l’ansia
pre-gara, e osservavo i combattimenti per capire con chi potevo battermi una volta saliti sul tatami.
Quel giorno feci tre incontri, ne vinsi 2 e sfortunatamente il terzo lo persi, ed era l’incontro per il primo posto, e perdendolo arrivai secondo.
Il giorno successivo ero pieno di dolori: ero molto soddisfatto del risultato e prima di partire andammo a mangiare una vera carbonara Romana e a fare un giro al Colosseo prima di tornare a MILANO, ma già alla Stazione di Roma Termini iniziavano a sopprimere i treni. Era tutto molto strano.
Sul treno di ritorno è arrivata la brutta notizia della chiusura della mia palestra.
La mia storia/avventura finisce qui, era iniziata la Pandemia. Il resto lo conoscete.
Simone Cesati 3^I 2021/2022