Benno…la verità è nell’acqua?

BENNO…LA VERITÀ È NELL’ACQUA?

La palestra, lo sport e le auto. E poi, la “fissa” per gli anabolizzanti. A distanza di poche settimane dall’inizio del drammatico “giallo di Bolzano”, luci ed ombre si addensano attorno al nome di Benno Neumair, unico indagato per la scomparsa dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair.

LA STORIA … come tutto inizia

Tutto a inizio nel primo pomeriggio del 5 gennaio, quando Benno Neumair varca la porta della caserma dei Carabinieri per denunciare la scomparsa dei genitori, sostenendo che un costone di roccia da quasi 3 mila metri cubi è crollato distruggendo un’ala dell’hotel Eberle.

Il timore è che Peter Neumair, 63 anni, e Laura Perselli, 68, una coppia affiatata di insegnanti in pensione amanti delle lunghe passeggiate, sia rimasta sotto la frana.

Le ricerche però non danno risultati e il fatto che i telefonini si siano spenti già lunedì sera spinge gli investigatori ad escludere la pista dell’Eberle.

I sospetti di concentrano sul figlio Benno.

Il suo racconto sulla scomparsa dei genitori non convince i Carabinieri che, discretamente, raccolgono testimonianze di familiari e amici. Testimonianze che raccontano dei problemi psichici del ragazzo che da poco era tornato vivere con i genitori. Si racconta di una sua crisi avvenuta a luglio in Germania a cui è seguito un ricovero coatto in psichiatria.

LE INDAGINI E LA MACCHIA DI SANGUE

Nei primi giorni Benno collabora attivamente alle ricerche. Accompagna i Carabinieri sull’altopiano del Renon sui sentieri prediletti di Peter e Laura, fa entrare i cani molecolari nell’appartamento a prendere prove olfattive, accompagna i Vigili del fuoco che setacciano il corso dei fiumi.

Tuttavia i carabinieri notano anche una serie di movimenti sospetti: Benno infatti viene fermato all’autolavaggio di via Merano poco prima che la Volvo di famiglia entri nel tunnel di spazzoloni. E dal portabagagli spunta un grosso flacone di acqua ossigenata.

Ma la vera svolta arriva quando i Carabinieri, quasi per caso, notano una macchiolina giallastra sul lato nord del ponte di Ischia Frizzi, tra l’inceneritore e il Centro di Guida sicura. L’analisi dei cellulari rivela che Benno, la sera del 4 gennaio, si trovava proprio in quella zona. Con il telefonino spento.

Ce ne sarebbe abbastanza per arrestarlo, ma all’appello mancano ancora i corpi di Peter e Laura. Così i pm Igor Secco e Federica Iovene decidono di iscrivere Benno nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio plurimo e occultamento di cadavere.

È il 18 gennaio e, quello stesso giorno, i due appartamenti di via Castel Roncolo di cui i Neumair avevano le chiavi, vengono messi sotto sequestro.

Il giorno successivo, 19 gennaio, perquisiscono la macchina, la sera si recano a casa della ragazza da cui Benno ha dormito la notte tra il 4 e il 5 gennaio.

Quella sera stessa, Benno cerca di entrare in casa ma viene bloccato da alcuni vicini che chiamano la polizia. Sembra l’occasione buona per arrestarlo ma il giovane si dilegua prima dell’arrivo delle volanti. Il sospetto è che Benno volesse occultare qualche prova così la mattina dopo i Ris passano al setaccio gli appartamenti di via Castel Roncolo.

MARTINA, JASMINE E I VESTITI LAVATI E NASCOSTI

Benno resta a piede libero ma è solo e braccato. Martina, l’attuale ragazza che lo aveva ospitato la sera del 4 gennaio, crolla e consegna alla Procura i vestiti che Benno indossava quella sera.

Vestiti che lei ha lavato e nascosto durante la perquisizione dei R.I.S. La ragazza viene iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento.

E rischia di essere indagata anche un’altra ragazza che ha frequentato Benno nelle prime settimane dell’anno. Jasmine, la maestra conosciuta su Tinder che lo aveva accompagnato all’autolavaggio e che racconta di averlo aiutato a pulire casa. Sempre con l’acqua ossigenata. Tanta, quasi 5 litri.

BENNO IN CARCERE

Dopo un ultimo confronto con il comandate dei R.I.S Giampietro Lago, la Procura decide che ci sono elementi sufficienti per procedere all’arresto: il 28 gennaio poco dopo mezzanotte Benno si costituisce insieme agli avvocati. Due giorni dopo la GIP Carla Scheidle conferma l’arresto sottolineando che esiste il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e anche di reiterazione del reato.

Davanti al GIP Benno si avvale della facoltà di non rispondere e rimane impassibile anche quando i PM fanno ascoltare dei messaggi audio in cui la madre diceva di aver paura del figlio.

Anche dietro le sbarre, Benno ostenta spavalderia. Durante il fotosegnalamento dice alla polizia penitenziaria «se nelle foto vengo bene potete pubblicarle».

IL RITROVAMENTO DEL CORPO DI LAURA PERSELLI

La corazza di Benno di infrange quando è arrivata la notizia che Laura Perselli è morta. La conferma è arrivata con il ritrovamento del suo cadavere nella acque del fiume Adige

IL RITROVAMENTO DEL CORPO DI PETER NEUMAIR

Il cadavere del padre è stato avvistato nelle acque dell’Adige da un ragazzo, che stava passeggiando con il suo cane lungo il fiume nei pressi del Museo di Scienze Muse. Ha lanciato l’allarme è sul posto sono giunti i Vigili del fuoco e la Squadra Mobile.

Benno avrebbe ucciso prima il padre e poi la madre, e avrebbe poi gettato i loro cadaveri nel fiume Adige dal ponte di Ischia Frizzi.

Resta da stabilire quale ruolo abbia avuto sulla mente fragile di Benno l’uso fuori controllo di sostanze anabolizzanti e doppanti.

Vivi la vita, è una sola…  e non passare tempo a rovinare quella degli altri!

 

De Vincenzo, Santarella

 

 

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